Napoli. Luigi, il cuoco ucciso a bordo dello scooter. «Aveva il casco e non ha sentito l’allarme»

Un «Leonardo Aprilia» abbandonato sull’asfalto di via Napoli-Capodimonte. La targa della toponomastica indica che in quel preciso punto termina il quartiere Secondigliano e inizia Miano. In quel medesimo punto finisce la vita di Luigi Cantone, 56 anni, cuoco al Convitto nazionale di piazza Dante: investito in pieno dall’ennesima rosa di pallini partita dal fucile di Giulio Murolo, affacciato al balcone di casa, al primo piano della palazzina al civico 41 di via Napoli Capodimonte.

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Pochi attimi prima di essere colpito, un operaio idraulico, che lavora a poca distanza dal luogo della mattanza, era riuscito a fermare Cantone, spiegandogli che c’era un uomo che sparava da un balcone. «Gli ho urlato che c’era un pazzo che sparava dal balcone, ma di sicuro non mi ha capito perché aveva il casco». fonte il Mattino

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Redazione

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