Processione San Paolo. La “ribellione” delle Congreghe.. o forse no!

San-Paolo-AversaUna ribellione sottoscritta dal 70% delle Congreghe sedata sul nascere dal “dovere di obbedienza”. La faccenda è tutt’altro che sopita, anzi mira al alimentarsi come canne bruciate al vento.  Ricorderete la petizione con la quale migliaia di Aversani chiesero al Vescovo di ripristinare la antica processione che vedeva sfilare per le strade della città Normanna San Paolo in testa e le statue di tutti gli altri Santi accompagnati dalle varie Congreghe religiose, cosi come accadeva fino a 25 anni fa.

Orbene la petizione è stata respinta dal Vescovo, ovvero, probabilmente respinta dall’apposito consiglio della Curia. La motivazione posta alla base del diniego è stata che la processione non aveva nulla di religioso, non riportava la parola del vangelo, ma aveva solo contenuti di folklore popolare.

Gli Aversani, ovvero la maggioranza di essi, ci sono rimasti male. Credevano che con il ripristino della processione si fosse lanciato un messaggio chiaro che la Città volesse riappropriarsi della propria storia, cultura e tradizione.

In molti addirittura (forse a giusta ragione) ne hanno vistò un’affronto all’Aversanità, un diniego alla democrazia, un’ulteriore schiacciamento di una città divenuta oramai cosa informe e che tenta almeno di esalare gli ultimi respiri di gloria solo grazie ad un manipolo di persone che lottano quotidianamente per riportare alla luce la propria storia e soprattutto l’arte troppo spesso diroccata o tenuta sotto chiave.

Ma veniamo ai fatti e alla circostanze che ci interessano e che ci occupano.

Non tutti hanno digerito il “no” della Curia. Ed ecco che a quanto pare le varie congreghe Normanne, che sono circa una decina, a seguito di una riunione “carbonara” hanno deciso di sottoscrivere e consegnare al Vescovo una lettera di protesta dove in pratica si comunicava che, le stesse, non avevano intenzione di partecipate alla processione stante il mancato accoglimento della loro petizione. In pratica … “se non ci sono i nostri Santi, non ci saremo nemmeno noi!!” . Il documento è stato sottoscritto da almeno sette delle dieci confraternite e/o congreghe, ma stranamente, la lettera ha abortito e non è mai arrivata al Vescovo in quanto – secondo quando dichiaratoci  da qualcuno dei diretti interessati e sottoscrittori della lettera – le congreghe sono state richiamate al  “DOVERE DI OBBEDIENZA”.………., ergo e noi aggiungiamo: non contrariate chi ha il diritto di costituirvi ma anche di sciogliervi. Anzi, parafrasando una scena del celeberrimo film del maestro Tornatore « i song chill ‘a vita v’a po’ ddà… e v’a po’ pure levà!!! ».

Stefano Montone

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