La storia di Aversa: Quando “Mimì o’ Piano” tagliò la faccia alla macellaia di via Roma

La storia che vi raccontiamo risale agli anni 60. A raccontarcela è il nipote del protagonista Salvatore del Piano, il quale con la sua famiglia gestisce la storica ferramenta in Via Diaz oramai da 4 generazioni.

Domenico del Piano, al secolo “Mimì o’ Piano”, noto sciupafemmine, in una delle feste che si facevano dentro i portoni dei palazzi si innamorò della macellaia di Via Roma. Entrambi erano sposati ma Mimì si invaghì totalmente della donna tanto da commettere una “fesseria”. Si tatuò il volto della donna sulla spalla in segno di amore eterno.

Ma quando la Signora Macellaia decise di lasciarlo per un’altro, Mimì perse il sonno e la ragione. E, come prevedeva il codice di onore dell’epoca, entrò nella “chianca” di Via Roma e con lucida freddezza le tagliò il viso con un singolo colpo ben assestato.

Mimi scontò due anni nelle fredde celle del vecchio carcere di Santa Maria Capua Vetere e, in se stesso continuò ad amare la Macellaia.

I compagni di cella raccontavano di sentirlo piangere di notte nel guardare il volto della sua amante stampato sulla spall’avambraccio.

Il nipote Salvatore ha promesso di mostraci l’arma del delitto. Il famoso rasoio utilizzato per lo sfregio.

Stefano Montone

PS questo articolo vuole raccontare solo una storia vera accaduta mezzo secolo fa e che oramai appartiene ai racconti di questa città.  Senza voler ne osannare ne condannare alcuno.

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