Grazzanise. La Forania del Basso Volturno in cammino quaresimale

Quaresima: tempo di contrizione e di penitenza. E alle ore 17 di domani, giovedì 15 marzo, un momento “forte” con la liturgia della Stazione quaresimale che unirà, penitenti, clero e popolo dell’intera Foranìa del Basso Volturno, vasta area dell’Arcidiocesi di Capua.

“Per aspera ad astra” narravano i latini precristiani: “Soltanto percorrendo aspri sentieri si può giungere alle stelle”. Con la nascita, la predicazione, la morte e la resurrezione di Gesù, l’antico adagio pagano è stato mutuato “Per Crucem ad Gloriam”, “Solamente caricandosi della Croce di Cristo e delle croci che ciascuno di noi è chiamato, nella vita, a portare, è possibile aspirare alla Gloria del Paradiso”. Tale è, senza tentennamento alcuno, il cammino della perfezione cristiana, realisticamente irraggiungibile eppure sempre agognata. Tale deve essere per ogni credente lo spirito con cui prepararsi al Grande Evento di tutto il Cristianesimo e della Storia dell’Umanità. Non a caso si dice che “chi non sprofonda con tutta l’anima nell’angoscia dell’ora nona del Venerdì Santo, quando il Crocifisso spirò, non può assaporare nel suo cuore tutta l’immensa gioia della mattina della Santa Pasqua, quando le campane delle chiese di ogni angolo della Terra squillano a festa per il Redentore Risorto”. Dunque la Stazione è una tappa del tormentoso itinerario spirituale che si muove verso la Giornata della massima gioia. “Tormentoso”, sì, perché implica radicale conversione, cioè abbandono delle logiche delle materialistiche vittorie di questo mondo, dell’egoismo, della guerra, della cattiveria umana (tutte purtroppo amplificate oggi dai mille canali massmediali), e, con preghiere e gesti di autentico pentimento, fa rialzare persone di ogni età e inscindibili comunità dalla fangosa palude dell’edonismo alla lunga inappagante, del vivere seguendo, come pecore d’un gregge, i falsi idoli e le diaboliche cadute che incessanti ci ballano intorno, illudendoci e riducendoci sovente a bestie feroci o, quantomeno,a stupidi pupazzi dei pochissimi che manovrano le leve del potere economico e finanziario chiamato, appunto, dio-quattrino.

Il programma dell’Evento di domani, ben stilato dal parroco don Giovanni Corcione d’intesa col vicario foraneo don Giovanni Simone, è semplice, ma intenso: alle ore 17, raduno presso il santuario di Montevergine, davanti al quale sorgono il campanile (a cupoletta da anni sfondata e in gara perenne con la punta di una megantenna della telefonia mobile che s’affaccia addirittura su una scuola statale dell’infanzia) e il monumento alla Madonna di Fatima (inaugurato negli anni Cinquanta dal dimenticato monsignor Modesto Petrella ed ora “assistito” ai lati da bidoncini dell’immondizia): là, il sacerdote don Antonio Palazzo (di origini grazzanisane e da decenni parroco della chiesa di Santa Maria del Mare a Coppola Pinetamare) terrà un intervento introduttivo, egli che spesso torna nel natìo loco per tristi o liete circostanze religiose. Alle 17,30 partirà la “processione penitenziale” diretta alla chiesa di San Giovanni Battista (detta anche “chiesa rann”, “chiesa grande” o “matrice”, come si dice in altri lembi dell’Italia soprattutto meridionale). Parteciperanno l’arcivescovo, monsignor Salvatore Visco, i sacerdoti della foranìa e i tanti fedeli intanto accorsi.

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