Stazione spaziale cinese, rientro all’alba di Pasqua

E’ attualmente previsto all’alba di Pasqua il rientro nell’atmosfera della stazione spaziale cinese Tiangong 1. Le previsioni più recenti indicano l’orario attorno alle 2.50 ora di Greenwich (in Italia saranno le 4.50) di domenica primo aprile e, allo stato, “non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio”. Sono le ultime analisi degli esperti analizzate nella riunione del tavolo tecnico che si è tenuto al Dipartimento della Protezione Civile.

Gli esperti hanno inoltre ribadito che le finestre d’interesse per l’Italia potranno essere confermate e definite nelle 36 ore precedenti il rientro e che allo stato la possibilità che uno o più frammenti della stazione spaziale possano cadere sul territorio italiano è di circa lo 0,02%.

L’assetto della stazione spaziale cinese Tiangong 1 è stato ricostruito al computer grazie a un algoritmo messo a punto in Italia, nell’Università Sapienza di Roma, e basato sulle curve di luce misurate con una rete di telescopi ottici. Il risultato, per niente facile da ottenere perché la presenza dei pannelli impedisce al veicolo di comportarsi come un corpo rigido, si deve al gruppo del dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale dell’Università Sapienza coordinato da Fabrizio Piergentili.

I dati che hanno permesso di ricostruire l’assetto della Tiangong 1 arrivano dai telescopi ottici dislocati soprattutto in Italia centrale. L’obiettivo ultimo è affinare le tecniche di osservazione e calcolo per rendere in futuro le previsioni sempre più precise, riducendo progressivamente il margine di incertezza.

Osservare la stazione spaziale cinese aiuta, per esempio, a “capire il modo in cui è orientata sulla base dei cambiamenti nella luce”, ha detto ancora l’esperto. Tutte le misure che i telescopi permettono di rilevare in questi giorni sono fondamentali perché l’orientamento della stazione spaziale Tiangong 1 influisce sulla sua interazione con l’atmosfera, incidendo sulla resistenza e quindi, indirettamente, sulla traiettoria.

Il rientro della Tiangong 1 è anche il baco di prova per i nuovi algoritmi messi a punto dal gruppo della Sapienza e che potranno essere utilizzati in futuro per migliorare l’accuratezza dei dati orbitali. “Siamo stati fra i primi a seguire questi oggetti e continuiamo a farlo alla ricerca di nuove tecniche”, ha detto ancora riferendosi ai numerosissimi detriti spaziali che vagano nell’orbita terrestre.

Il gruppo della Sapienza lavora in contatto costante sia con il tedesco Fraunhofer, dove si trovano adesso anche alcuni studenti italiani e dove si sta seguendo la stazione Tiangong 1 con i radar, sia con il dipartimento di Astronomia dell’università americana del Michigan, sia con la rete di osservatori russa Ison (Internation Scientific Optical Network). “Da almeno dieci anni – ha concluso – stiamo studiando oggi tecnologie, metodi e algoritmi per fare in futuro osservazioni più accurate”.

(ANSA)

Redazione

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