Influenza, Russo: “Scorso anno zero casi morbillo e rosolia”

“Se confrontiamo il dato attuale sulla diffusione del virus respiratorio sinciziale con quello dello scorso anno, constatiamo che le misure di contenimento del Covid-19 (dal lockdown alla Dad) sono state elementi fondamentali per bloccare la diffusione dei virus respiratori. Lo scorso anno abbiamo avuto anche un netto calo dei casi di influenza, così come sono stati segnalati zero casi di morbillo e rosolia. Questa non è una vittoria ma una mezza sconfitta, non facciamo altro che creare soggetti suscettibili. Quando passerà la pandemia dovremo combattere situazioni di epidemie locali”. Così Rocco Russo, coordinatore del Tavolo tecnico sulle Vaccinazioni della Società italiana di pediatria (Sip), intervistato a Tgcom24.

Il virus respiratorio sinciziale ha “sempre circolato stagionalmente in questo periodo. È una delle forme più frequenti di infezioni respiratorie sotto i 2 anni e la prima causa di ricovero nei bambini sotto l’anno di vita. Non dimentichiamo, tuttavia, che esiste anche l’influenza. Per il virus influenzale- ricorda Villani- abbiamo a disposizione un vaccino con le indicazioni del ministero”. Ci sono, inoltre, delle linee guida che contengono “evidenze scientifiche sulla possibilità di prevenire il virus respiratorio sinciziale- ricorda- e che consigliano la necessità di evitare di esporre i bambini ad ambienti ad alto rischio di contagio, chiusi, di promuovere l’allattamento al seno per proteggere dalle infezioni respiratorie e, infine, di evitare che i bambini possano essere esposti al fumo passivo. Il fumo passivo è un elemento sfavorevole per lo sviluppo di patologie respiratorie e del virus respiratorio sinciziale”, conclude Russo.

“La strategia vaccinale nella fascia adolescenziale over 12 prosegue regolarmente, ma bisogna continuare a lavorare per raggiungere alti livelli di copertura vaccinale e garantire la migliore protezione a questa fascia di età. C’è in ogni caso una maggiore consapevolezza delle famiglie e degli stessi adolescenti, consapevoli del rischio e molto propensi ad essere protetti”.

Nel frattempo negli Stati Uniti si valuta la possibilità di dare il via libera alle vaccinazioni Pfizer anche ai bambini dai 5 agli 11 anni. “È una grossa opportunità di prevenzione contro la diffusione del Covid-19- replica Russo- è una strategia che ci permetterà di contrastare la diffusione del virus. L’intervento vaccinale deve essere globale e proteggere tutte le fasce di età- conclude- per non trovare terreno fertile in quelle sacche di soggetti suscettibili e, quindi, replicare e creare nuove varianti”.

(Rac/ Dire)

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