Scoperto centro messaggi cinese a luci rosse

Chiuso e posto sotto sequestro un centro massaggi cinese a luci rosse a Trieste. Al suo interno una donna veniva costretta dalla titolare a turni fino a 12 ore, 7 giorni su 7, con un lavoro che andava ben al di là delle prestazioni di un semplice massaggio. L’indagine, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha messo in campo personale della sezione “criminalità diffusa, extracomunitaria e prostituzione” della squadra mobile del capoluogo giuliano, con l’intento di bloccare l’attività illecita ma allo stesso tempo tutelare le vittime sfruttate. In una nota la questura di Trieste spiega che “in realtà la gestione dei centri massaggi cela fenomeni di grave sfruttamento delle ragazze che vi lavorano, alle quali vengono imposti turni di ‘lavoro’ pesantissimi, senza mai uscire nemmeno per i pasti, e con corresponsione di compensi irrisori, che raramente superano il 20% dell’incasso.

Si tratta di uno sfruttamento intollerabile in una società civile, caratterizzato da vittime silenziose e pressoché invisibili; ovvero, da soggetti fragili, in quanto del tutto incapaci di far valere i propri diritti fondamentali”. In quest’ultimo episodio, che ha interessato un centro massaggi di viale D’Annunzio, poco distante il centro cittadino, è stata anche rinvenuta sul posto una somma di 40mila euro in contanti. Le indagini, effettuate con controlli sul posto e con l’installazione di telecamere all’interno, “hanno consentito- prosegue la nota della questura- di accertare come, anche in questo caso, l’esecuzione di ordinari massaggi corporali costituisse solo un aspetto marginale delle prestazioni offerte”.

La massaggiatrice veniva costretta, facendo leva sulle necessità economiche, a turnazioni massacranti, a fronte di una retribuzione di 200 euro mensili. Il pm titolare dell’indagine ha iscritto nel registro degli indagati, per il reato di agevolazione e sfruttamento della prostituzione una cittadina cinese di 47 anni, C.S. le sue iniziali, titolare dell’attività, emettendo a suo carico, e anche nei confronti della connazionale impiegata nel centro, un decreto di perquisizione personale eseguito ieri sia nella struttura sia nelle abitazioni delle due donne.

(Mic/ Dire)

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Redazione

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