Covid, Pregliasco: “Sistema a colori e 2G per contenere contagi”

“Per far fronte ai contagi che continueranno ad aumentare anche nel nostro Paese si potrebbe ricorrere al sistema 2G, ovvero guariti o vaccinati per entrare o partecipare ad alcuni tipi incontri o aggregazioni nei luoghi pubblici, combinato con il sistema a colori”. É la proposta che Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano, virologo e ricercatore all’università Statale, consegna all’agenzia Dire.

“Il sistema 3G approvato alla Camera bassa in queste ore in Germania non è altro che il nostro green pass: si entra nei luoghi pubblici solo se vaccinati, guariti o testati”, spiega ancora Pregliasco. Quello che però bisogna fare per non far salire eccessivamente i casi “è anche pensare di ridurre i contatti tra le persone. Dal punto di vista tecnico mi sembra l’unica strada- osserva il virologo- Siamo in una situazione in cui ogni contatto umano è a rischio e quindi vanno ridotte le interazioni. Serve trovare un sistema che generi meno fastidio possibile, sia alla popolazione che alle attività economiche. Un lockdown per i non vaccinati è difficile da attuare- precisa Pregliasco- significa uno stato di controllo sistematico”. Il sistema 2G, che considera per l’ammissione nei luoghi pubblici solo guariti e vaccinati, è attualmente in vigore in Austria ed è stato proposto da alcuni governatori dei land tedeschi, oltre ad essere già attivo in Sassonia e a Berlino; anche se la Germania mira a risolvere con una misura omogenea per tutto il Paese che sia meno severa ma che faccia fronte agli oltre 65mila contagi registrati.

“Ci sono già proteste sull’applicazione del green pass al lavoro, bisognerà vedere se il governo e la maggioranza avranno la forza per imprimere questo cambio. Non so se avranno il coraggio- afferma Pregliasco- certamente la decisione comporterebbe il passaggio dei dubbiosi del vaccino alla somministrazione, a meno che non siano degli ideologi puri. Un’altra ipotesi è quella di imporre un test ogni 24 ore, ma sempre un antigenico ed è comunque una strada complicata. In ogni caso i 10 mila casi che abbiamo rappresentano lo screening continuo che viene condotto attraverso i test alle persone senza vaccino o che non hanno contratto la malattia”, avverte Pregliasco. Tuttavia, aggiunge, “è indubbio che il virus circola di più e che potremmo arrivare anche a 40mila casi”.

E poi c’è la delta plus che dalla Gran Bretagna dicono sia più contagiosa ma meno sintomatica. Pregliasco non nasconde i timori: “Ci inquieta un po’, pensavamo non si sarebbe diffusa molto, ma ad ora dobbiamo considerare che possa generare una quinta ondata”. Infine il green pass, quello che potrebbero attuare in Germania con il 3G esteso a tutti e ovunque, e su cui in Italia è stato fatto un passo indietro: “Non è stato un effettivo passo indietro- mira a precisare il direttore dell’Ircss Galeazzi- il governo non si è sbagliato ma i dati della vita reale sono arrivati più avanti, mettendoci adesso nella condizione di farlo valere 9 mesi e non più 12. Si immaginava già in estate che a 6 mesi la protezione sarebbe scesa ma non è un precipizio, pertanto bene la terza dose e cambiare la validità del green pass. Ricordiamoci che questo virus si è dimostrato molto flessibile, per affrontare i prossimi mesi serve stare sul dato di realtà, senza essere menagrami: dobbiamo preoccuparci e attrezzarci immaginando uno scenario negativo”, conclude.

(Org/ Dire)

Redazione

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