Nenonata morta in culla nel Casertano, arrestati i genitori

Nella mattinata odierna i Carabinieri del Comando Stazione di Santa Maria a Vico (CE)  hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare coercitiva in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE), su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di Emanuele Savino, 26 anni, e Anna Gammella, di 19, coppia residente a Santa Maria a Vico, nel Casertano, gravemente indiziati di concorso in omicidio volontario pluriaggravato ai danni della piccolissima figlia di appena 45 giorni, di nome Aurora. 

Le indagini, avviate dai militari dell’Arma subito dopo l’evento delittuoso avvenuto il 02 settembre 2023 e condotte sotto la costante direzione della Procura, sono state effettuate sia attraverso le tradizionali tecniche investigative (sommarie informazioni ed  acquisizione di notizie) che mediante l’esame autoptico e l’analisi dei dispositivi cellulari in uso ai predetti, subito sottoposti a sequestro.

E’ ancora più agghiacciante di quello che sembrava in un primo momento: ad uccidere la piccola Aurora, è risultato dall’autopsia, non è stata infatti solo l’acqua bollente con cui i genitori l’avevano lavata per uno dei primi bagnetti della sua breve vita, ma anche le botte e i maltrattamenti ricevuti dai genitori.

Dalla ricostruzione dei fatti è emerso, tra le altre cose, che il padre avrebbe colpito violentemente la figlia neonata cagionandole un trauma contusivo-concussivo cranio-facciale, da cui sarebbe derivata una duplice frattura ossea e un ematoma subdurale emisferico sinistro, produttivo di encefalopatia da ipertensione endocranica e che entrambi i genitori, pur avendo constatato una situazione di gravi sofferenze della figlia, hanno omesso di sottoporla a cure mediche cagionandone così la morte a seguito di insufficienza cardio respiratoria. 

Troppo gravi le lesioni subite perché la neonata potesse sopravvivere.

Una coppia che, nonostante la giovane età, ha anche altri due figli piccoli, che sono stati loro tolti subito dopo il delitto e affidati ad una comunità.

Gli inquirenti hanno poi accertato che la coppia non avrebbe mai sottoposto la piccola, nei 45 giorni di vita, a visite mediche, ricorrendo a cure fai da te; addirittura sembra che usassero lo strutto come pomata per guarire le ferite provocate alla neonata.

Padre e madre sono stati incastrati anche dai messaggi scambiati nelle chat estrapolate dai cellulari sequestrati dopo il fatto, da cui è emerso il totale stato di abbandono della piccola e l’indifferenza verso le sue sofferenze.

La morte della neonata aveva provocato uno choc nella comunità di Santa Maria a Vico.

Lo stesso sindaco Andrea Pirozzi si era detto costernato perchè conosceva bene i genitori del 26enne papà della neonata. “Sono due commercianti molto conosciuti – aveva raccontato il primo cittadino – e hanno fatto tanti sacrifici per far crescere i due figli”. E tuttavia Savino e la moglie non lavoravano (lui faceva lavori saltuari) e non vivevano in una condizione agiata.

Quando la piccola fu trovata morta nella culla i genitori spiegarono ai carabinieri, che avevano riscontrato ecchimosi, scottature e lesioni sul corpo della neonata, che la figlia si era addormentata dopo aver fatto un bagnetto, senza più svegliarsi, e che la pediatra da loro contattata gli aveva consigliato di utilizzare una pomata per le ustioni. Una versione cui gli inquirenti non hanno mai creduto, tanto che la Procura (sostituto Stefania Pontillo e procuratore Pierpaolo Bruni) li aveva iscritti nel registro degli indagati.

Il 26enne è stato condotto presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere (CE) mentre la 19enne presso la Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. 

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Redazione

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