(VIDEO) Appello degli assistenti sociali: “ora serve riforma professione”

Oggi il Consiglio nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali (Cnoas) ha lanciato delle proposte a tutte le istituzioni e alla politica per chiedere una riforma necessaria della professione.

Perché tutto è sociale, non esiste più una norma o un ambito della nostra vita in cui non sia presente la dimensione sociale.

“Stiamo assistendo a un periodo di grandi riforme e in tutte il ruolo dell’assistente sociale è centrale. E’ un ruolo di snodo fondamentale, di mediazione tra le istanze e i bisogni dei cittadini con le istituzioni e la politica. Queste richieste, che presentiamo oggi, noi le facciamo da anni”. Lo dice chiaramente Barbara Rosina, presidente dell’Ordine degli assistenti sociali aprendo l’evento “La catena del cambiamento. L’assistente sociale e la sfida del sapere”.

In sostanza “noi abbiamo bisogno di un rinforzo delle competenze, di una riorganizzazione dei nostri corsi di laurea in cui gli studenti studino Servizio Sociale come materia privilegiata e prioritaria. Un servizio sociale che deve essere insegnato- rimarca la presidente del Cnoas- da docenti che abbiano le caratteristiche e i requisiti dei docenti universitari, ma che siano specializzati nel Servizio sociale. Laddove possibile devono arrivare dalla professione”.

“Chiediamo dei tirocini che consentano agli studenti di accedere al mondo della professione e delle competenze forti. Chiediamo una riforma definitiva della possibilità, oggi presente, che uno studente non laureato in Servizio sociale possa fare un corso di laurea magistrale e poi abilitarsi attraverso l’esame di Stato nonostante non abbia mai fatto un’ora di metodo tecnico del Servizio sociale o che sui Principi e fondamenti non abbia mai letto una riga del nostro codice deontologico. Chiediamo- prosegue Rosina- una riforma dell’Ordine che ci consenta di esercitare meglio la funzione ordinistica di tutela dei cittadini e dei destinatari dei nostri interventi attraverso una riorganizzazione della formazione, una riorganizzazione del sistema disciplinare e una riorganizzazione del sistema elettorale. Tutti aspetti che ci possano consentire di uscire dalle molteplici problematiche che ci sono state in questi anni e che sono state oggetto di ricorsi e contenziosi delle aule di Giustizia del tribunale”.

Barbara Rosina è determinata: “Oggi abbiamo ascoltato delle disponibilità. Noi non ci fermiamo, sono anni che la nostra professione viene strumentalizzata, in fatti di cronaca drammatici che possiamo ascoltare, e poi dimenticata. Questa dimenticanza non può più accadere se davvero teniamo ai cittadini e alle cittadine del nostro paese”. Questa mattina a Roma, nella sala del Parlamentino Inail, ad ascoltare le richieste del Cnoas c’erano i direttori generali dei ministeri di Giustizia e Salute, le onorevoli Marta Schifone di Fratelli d’Italia e Debora Serracchiani del Partito democratico, una dei due ordinari in Italia di Scienze Sociali, le rappresentanti di DiRe Donne in rete contro la violenza e di Unasam.

“Tutti d’accordo, per affrontare le diseguaglianze sempre crescenti, perché servono assistenti sociali competenti, formati e continuamente aggiornati. Ora aspettiamo che le parole sentite dai ministeri competenti, dai parlamentari di maggioranza e opposizione, dagli esperti per esperienza, portino a quello che chiediamo da anni: la riforma delle norme che regolano la professione ferme a 30 anni fa”, puntualizza Rosina.

Da anni, infatti, gli assistenti sociali sono chiamati a responsabilità “sempre più grandi perché i bisogni dei più fragili mutano e si aggravano. Da anni chiediamo la riforma dell’ordine per rispondere al meglio alle persone che arrivano al Servizio Sociale. Vogliamo studiare le materie giuste dal primo giorno di università, continuare a formarci, specializzarci. Non tollereremo più muri di gomma- ripete la presidente del Cnoas- che rimandano a noi la palla di problemi enormi che non possono essere affrontati con tour mediatici quando la cronaca chiama”.

“Non l’abbiamo sottolineato, ma lo hanno fatto i nostri interlocutori- ha concluso l’evento la vicepresidente, Mirella Silvani- hanno detto tutti che l’assistente sociale è una figura centrale. Bene, se è così, perché è così. Covid, RdC, Adi, riforme disabilità, non autosufficienza… vi abbiamo presentato le nostre proposte per essere all’altezza del mondo che cambia e delle responsabilità che abbiamo. Il nostro obiettivo è essere migliori per migliorare la vita di chi arriva al Servizio Sociale, chi interrompe questa catena dovrà prendersene la responsabilità”.

(Rac/ Dire)

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