Don Peppe Diana, 30 anni fa l’omicidio

È partita da Piazza Villa a Casal di Principe (Caserta) la colorata e chiassosa marcia degli studenti per il trentennale dell’uccisione di don Peppe Diana.

Il corteo con tanti studenti ha sfilato per le strette strade cittadine, con un passaggio ormai tradizionale – fatto anche dagli scout nella marcia di domenica 17 marzo – sotto la casa di don Peppe Diana, dove fino a qualche anno fa si affacciava mamma Iolanda (è morta nel gennaio 2020), e arrivo previsto nel piazzale del Cimitero, dove si è tenuta la manifestazione finale; data lettura dei nomi delle vittime innocenti della criminalità organizzata, con le conclusioni affidate a don Luigi Ciotti.

Don Diana, Ciotti: “mi auguro si arrivi alla beatificazione”

“Mi auguro che si arrivi alla beatificazione di don Peppe Diana perché il martirio è davanti agli occhi di tutti, la sua capacità di dire parole coraggiose e di denuncia ma anche di fare proposte e azioni partendo dalla parola di Dio; nella nostra mente e nei nostri cuori don Peppino è già santo”. Ribadisce parole più volte pronunciate, nella speranza che vengano questa volta davvero recepite Don Luigi Ciotti, presidente di Libera che stamani, come ormai da 30 anni, ha deposto una corona di fiori sulla tomba di don Peppe Diana al cimitero di Casal di Principe; con lui il sindaco Renato Natale, i fratelli di don Peppe, Marisa ed Emilio, altri parenti di vittime innocenti della camorra, come Rossana Pagano, che ancora attende il riconoscimento di parte dello Stato per la morte del padre, ucciso per errore.

La sorella di Don Diana: “Peppe li guida dal cielo”

“Don Peppe ha guidato dal cielo tutti questi ragazzi, che seguono i suoi valori di amore e pace”. Così a Casal di Principe (Caserta), dal palco allestito nel piazzale davanti al cimitero, si è espressa, con voce rotta dall’emozione, Marisa Diana, sorella di don Peppe.

“Come insegnante – ha aggiunto – oggi ho potuto vedere il lavoro quotidiano che i docenti fanno per i ragazzi, per inculcare loro i valori che mio fratello ha sempre portato avanti”.

Emilio, fratello del sacerdote, si è detto “commosso nel vedere tutti questi giovani camminare nel nome di don Peppe, ciò che mio fratello è riuscito ad ottenere con il suo sacrificio è qualcosa di straordinario e bellissimo per Casal di Principe”.

Don Diana, il testimone Di Meo: ‘Rifarei tutto’ 

“Rifarei sempre quello che ho fatto quel 19 marzo di 30 anni fa, quando denunciai il killer di don Peppe. La camorra non se l’aspettava che il mio percorso durasse fino ad oggi, ma ho camminato in questi anni con i piedi di don Peppe. E mi aspetto ora che lo Stato dopo 30 anni riconosca il mio sacrificio”. Augusto Di Meo, testimone oculare del delitto don Diana – era nella sacrestia della chiesa di San Nicola di Bari quando il killer Giuseppe Quadrano fece fuoco contro don Peppe – parla con le stesse parole che usa da 30 anni, coerente con la sua indole combattiva e coraggiosa che ne ha fatto un’altra vittima del delitto don Diana, oltre ai familiari del sacerdote.

Don Diana, la lettera di Papa Francesco

“Il ricordo del tragico evento consumatosi trent’anni orsono, quando don Giuseppe Diana, parroco di San Nicola di Bari a Casal di Principe, nella mattina del 19 marzo 1994, fu barbaramente ucciso, suscita nell’animo di quanti lo hanno conosciuto e amato commozione oltre che gratitudine a Dio Padre per aver donato alla Chiesa questo ‘servo buono e fedele’ (Mt 25,14), che ha operato profeticamente calandosi nel deserto esistenziale di un popolo a lui tanto caro, servito e difeso fino al sacrificio della propria esistenza”. Lo afferma papa Francesco nella lettera inviata a mons. Angelo Spinillo, vescovo di Aversa, per il 30/o anniversario dell’uccisione di don Giuseppe Diana.

Don Diana, Piantedosi: ” suo coraggio ci guida in lotta alle mafie”

“A trent’anni da quel vile agguato ricordiamo la figura del coraggioso sacerdote che ha sacrificato la propria vita per difendere la sua comunità dall’aggressione della criminalità organizzata, opponendosi a ogni forma di violenza e prevaricazione”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi ricordando l’assassinio di Don Peppe Diana. 

“Il suo messaggio di coraggio e la sua dedizione agli ideali di giustizia e legalità guidano ancora oggi tutti coloro che ogni giorno lottano contro le mafie”.

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Redazione

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