Italicum – Senato, Massa (Italia Unica): "Fermare il disastro"

Noi di Italia Unica siamo convintamente a favore di una riforma vera e profonda sia delle nostre Istituzioni parlamentari, per renderle più rispondenti alle esigenze di celerità ed efficienza imposte dalle sfide del mondo moderno e globalizzato, sia della legge elettorale, per assicurare al nostro Paese rappresentatività e governabilità, ma il progetto renziano imperniato su Italicum e Senato è la strada peggiore che si potesse concepire”. Lo dice Luigi Massa Responsabile nazionale Giustizia e membro della Direzione Nazionale di “Italia Unica”.
Il primo, infatti, garantisce solo una inaudita concentrazione di potere nelle mani di una minoranza; mentre il secondo, mantiene prerogative costituzionali di rilievo, pur rimettendolo nelle mani dei Consigli regionali. Il tutto – sottolinea Massa –, con una sostanziale marginalizzazione dei cittadini che si vedranno comprimere o addirittura eliminare ogni effettivo potere di scelta. Queste le ragioni che mi spingono, assieme al presidente Corrado Passera e agli altri componenti della Direzione Nazionale di Italia Unica, a sostenere l’appello rivolto a Deputati e Senatori, ma anche ad associazioni, alle singole forze politiche e ad ogni cittadino, affinché intervengano e cooperino ad una diversa e più democratica riforma delle nostre Istituzioni“.

Onorevoli Senatori, Onorevoli Deputati,
tra poche settimane sarete nuovamente chiamati a pronunciarvi, e in maniera definitiva, su quella che ad avviso di Italia Unica rappresenterebbe una grave lesione della democrazia nel nostro Paese. Una nuova legge elettorale che umilia la partecipazione e la rappresentanza attraverso l’adozione di meccanismi in grado di regalare a una minoranza partitica il controllo assoluto di tutto: Parlamento, Governo, Presidenza della Repubblica e, a cascata, tutte le altre posizioni istituzionali, a partire dalla Corte Costituzionale. Così come immaginato, l’ impianto della legge elettorale non risponde allo spirito della Costituzione e ai rilievi della Corte Costituzionale che hanno portato all’abrogazione del Porcellum.
In particolare ci preoccupano due scelte strutturali molto pericolose:
La prima scelta che riteniamo sbagliata e pericolosa riguarda il premio fino al 15% – equivale a molti milioni di voti – alla lista che raggiunga il 40% al primo turno senza che venga previsto alcun tipo di contrappeso (per esempio maggioranze qualificate per la nomina del Presidente della Repubblica). Si tratta di una soluzione che non ha pari in nessun’altra democrazia matura.
La seconda scelta che riteniamo sbagliata e pericolosa riguarda la sostanziale impossibilità per i cittadini di poter scegliere i propri rappresentanti in Parlamento: la stragrande maggioranza di Deputati e Senatori rimarrebbero dei “nominati”: il 100% dei Senatori sarebbero eletti in secondo grado, quasi tutti dai Consigli Regionali, e buona parte dei Deputati – grazie a liste bloccate e candidature multiple – sarebbe scelta dalle segreterie dei partiti.

Alla antidemocratica legge elettorale che sta per essere licenziata si unisce la pessima riforma del Senato della Repubblica. Il Senato non viene abolito, ma anzi – come si evince chiaramente dal nuovo articolo 55 della Costituzione – continua a rivestire un ruolo chiave nella formazione delle leggi. La legge di riforma, di fatto, offre al Senato il potere di intervenire su quasi tutte le tematiche (basti citare che esso resta competente sulle “decisioni dirette alla formazione e all’attuazione degli atti normativi e delle politiche dell’Unione Europea”).
Pur non avendo l’ultima parola e non potendo dare la fiducia al Governo, il Senato finirà per imporre tempi comunque lunghi di approvazione praticamente su ogni legge. Insomma si trasforma il Senato in una specie di nuovo CNEL, ma solo fintamente consultivo perché la Camera dovrà rivotare con maggioranze qualificate ogni qualvolta Palazzo Madama esprimerà un parere negativo. Consideriamo infine sbagliato “affidare” il Senato ad amministratori locali che continueranno a ricevere i loro emolumenti dai Consigli Regionali e avranno l’inevitabile tendenza a favorire e ad occuparsi prioritariamente di interessi territoriali. Come pure consideriamo sbagliato far passare l’idea che si possa svolgere il compito di Senatore e di Consigliere Regionale part-time.

Si tratta di scelte pericolose fatte a colpi di maggioranza, senza aver costruito quell’ampio consenso parlamentare che dovrebbe caratterizzare qualsiasi riforma costituzionale.
Entrambe le riforme sul tavolo non risolverebbero comunque nessuno dei grandi problemi che pretendono, in astratto, di affrontare:
Non favorirebbero la partecipazione dei cittadini perché una legge elettorale che costringe fin dal primo turno partiti e movimenti del tutto eterogenei in liste unicamente finalizzate alla conquista del premio e che impedisce di scegliere il proprio rappresentante in Parlamento allontana ulteriormente la gente dalla politica e favorisce l’astensionismo;
Non favorirebbero la governabilità: sappiamo tutti che si creeranno coalizioni camuffate da liste singole, con dentro tutto e il contrario di tutto, che il giorno dopo le elezioni comincerebbero a sfaldarsi;
Non si ridurrebbero i costi della politica perché l’apparato del Senato continuerebbe a costare praticamente come oggi. Il risparmio di emolumenti, al netto dei costi diretti e indiretti derivanti dai Senatori part time e in continua trasferta, sarà del tutto irrilevante.
E non si dica che non ci sono altri modi per ottenere più partecipazione, più governabilità, minori costi della politica! Basterebbe, per esempio, considerare le proposte di Italia Unica: sistema elettorale a doppio turno di coalizione, collegi uninominali che collegano realmente candidati ed elettori, riduzione netta del numero di parlamentari (non oltre 400) eventualmente anche con un’unica Camera.
Per tutte queste ragioni diciamo NO all’Italicum e all’attuale riforma del Senato: la consideriamo un grave errore istituzionale, politico e legislativo, disegnato sulle esclusive esigenze di un singolo Partito che aspira in maniera esplicita a porsi come Partito Unico della Nazione. Si sta procedendo allo stravolgimento di cardini essenziali della nostra Carta Costituzionale, esautorando il Parlamento da qualsiasi ruolo rilevante e trasformando in modo surrettizio la nostra Repubblica parlamentare in “Repubblica del Premier” senza contrappesi democratici.

Perciò facciamo appello alla sensibilità e all’indipendenza di ciascun Parlamentare, alle forze politiche, alle associazioni e ai cittadini italiani, affinché si possa correggere la rotta.

Onorevoli Senatori e Onorevoli Deputati, siete e siamo ancora in tempo. La difesa della Costituzione e delle istituzioni è un dovere morale e politico di tutti!

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Redazione

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