Rigopiano: quinto giorno di ricerche, ancora 23 dispersi

Si spera ancora di trovare in vita qualcuno in qualche ‘sacca d’aria’ tra neve, detriti e strutture dell’albergo. Il bilancio attuale è di 11 sopravvissuti, 6 morti e 23 dispersi

Non si fermano le ricerche nell’area dove fino a mercoledì scorso sorgeva l’hotel Rigopiano: a cinque giorni dalla valanga che lo ha travolto si spera ancora di trovare in vita qualcuno in qualche ‘sacca d’aria’ tra neve, detriti e strutture dell’albergo. Il bilancio provvisorio del disastro e’ di 11 sopravvissuti, 6 morti – l’ultimo individuato ieri – e 23 dispersi. Le operazioni di soccorso con decine di uomini sono proseguite anche la scorsa notte, nonostante la pioggia che anche stamani continua a cadere sulla zona. “Chi lavora in quelle condizioni – ha sottolineato il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio – lavora come se ci fossero da recuperare persone vive. La speranza c’è sempre, perché quegli eventi possono aver dato luogo a situazioni molto particolari”.

La pressione esercitata dalla slavina che si è abbattuta sull’hotel, ha calcolato Meteomont, ha pesato 120.000 tonnellate: come “4.000 tir a pieno carico”.

“E’ stata una bomba, mi sono ritrovato i pilastri addosso. Ero seduto sul divano e i pilastri sono scivolati in avanti tagliandolo in due. Ci siamo salvati per questo”. CosìVincenzo Forti, uno dei superstiti, ha raccontato all’amico Luigi Valiante i drammatici momenti dopo la valanga che ha travolto la struttura. Forti è stato estratto dai soccorritori insieme alla fidanzata Giorgia Galassi.

Due i fronti dell’enorme valanga – che ha sprigionato una forza pari a quattromila tir a pieno carico che piombano tutti insieme su un edificio – sui quali si sta lavorando: da un lato i vigili del fuoco avanzano dentro l’albergo sul percorso che ha permesso di trovare nove superstiti, con la difficoltà di aprire varchi attraverso muri molto spessi e cercare di raggiungere le altre stanze dell’hotel; intanto si lavora sul muro di neve all’esterno per aprire altri varchi sul lato opposto della struttura, nel tentativo di raggiungere e ispezionare più rapidamente i locali travolti dalla valanga. “Siamo lavorando – ha spiegato Paolo Molinari, del Dipartimento della Protezione Civile – per realizzare delle trincee e consentire così di intervenire anche dai lati della valanga. Per garantire la sicurezza dei soccorritori, inoltre, sono stati piazzati strumenti per monitorare l’eventuale attivazione di nuove valanghe sul versante sovrastante l’hotel. Si tratta di un radar di origine svizzera collegato a due sirene: una simulazione al computer ha calcolato dislivello, pendenza e tipo di neve elaborando un modello secondo il quale il sistema darebbe un preavviso di 50-55 secondi prima della valanga.

Chi sono i superstiti – LE FOTO

Gli ultimi quattro sopravvissuti, Francesca Bronzi, Giorgia Galassi, Vincenzo Forti eGiampaolo Matrone, sono stati estratti a notte fonda: ora sono 11 in totale gli scampati alla valanga. Poi l’hotel Rigopiano ha restituito solo morti: all’alba i vigili del fuoco hanno tirato fuori il corpo di una donna e un paio d’ore dopo ne hanno recuperata un’altra. Una è Nadia Acconciamessa, la madre del piccolo Edoardo. L’altra, identificata in serata, è Barbara Nobilio, 51 anni, di Loreto Apritino (Pescara), in vacanza con il marito, tuttora disperso. Erano anche loro al piano terra, in alcune stanze a meno di una decina di metri da dove sono stati salvati Edoardo, Ludovica eSamuel. Il tempo di caricare i loro corpi sull’elicottero e dall’ammasso di macerie e neve è uscito il corpo di un uomo: Sebastiano Di Carlo, 49 anni, il papà di Edoardo, orfano dunque di entrambi i genitori.

Eseguite le prime autopsie

Ora sono cinque le vittime accertate, ma tutti sanno che è un numero parecchio a ribasso, considerando che mancano all’appello ancora 23 persone, quelle che il burocratese chiama “dispersi segnalati”, vale a dire coloro che erano nella lista ufficiale degli ospiti, i dipendenti e persone che non soggiornavano in hotel ma la cui presenza è stata segnalata da amici o parenti.

All’elenco si è aggiunto Faye Dame, immigrato senegalese, di circa 30 anni, regolarmente assunto all’hotel Rigopiano. L’immigrato era nella struttura al momento della tragedia.

L’allarme via email dal Rigopiano: “Clienti terrorizzati, intervenite”

Edoardo e Samuel, i bimbi rimasti soli

“Ciao zio”, il saluto di Samuel appena salvato

 

I soccorritori, a 1.200 metri d’altezza, stanno lavorando in condizioni estreme (VIDEO): da venerdì la neve si alterna alla pioggia, rendendo ancora più pesante quell’enorme blob di neve, detriti e alberi sradicati che ha sommerso l’hotel. Il rischio valanghe è salito a 4 su una scala di cinque, ‘rischio forte’. Per questo, chiunque arrivi lassù per lavorare deve indossare l’Arva – lo strumento che consente di essere localizzati sotto le valanghe – e deve registrarsi prima di entrare nell’area di ricerca.

 

 

 

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