Beni confiscati alla camorra, nel Napoletano sono 440: riunione in Prefettura

Si è svolta questa mattina, presso la sede della Prefettura di Napoli, alla presenza del Prefetto Carmela Pagano, la Conferenza di Servizi per consentire agli enti pubblici partecipanti di esaminare i beni confiscati presenti nei territori della Città Metropolitana di Napoli.

Nel corso dei lavori, sono stati presentati 440 beni per un valore di oltre 38 milioni di euro. Si tratta di appartamenti, box e terreni confiscati in via definitiva dalle autorità giudiziarie competenti e che appartenevano a soggetti pienamente inseriti nella criminalità organizzata.

Fra i beni: alcuni immobili a Napoli ubicati nel quartiere Sanità e riconducibili a storici gruppi camorristici di spicco, 85 immobili confiscati a un ex amministratore locale e riconducibili ad esponenti di spicco del panorama criminale locale, diversi appartamenti confiscati al capo del clan PUCA nel Comune di Sant’Antimo e un parco commerciale con annesso fabbricato ad uso uffici nel Comune di Casoria.

Alla fine, le manifestazioni d’interesse si sono perfezionate per il 68% dei beni presentati in conferenza, percentuale che raggiunge l’80% comprendendo quelle preannunciate nel corso della conferenza di servizi.

Nella maggior parte dei casi, le manifestazioni sono state presentate dai comuni. La maggior parte degli immobili sono liberi e quindi prontamente utilizzabili per le finalità previste dalla legge, in particolare per far fronte a esigenze di emergenza abitativa.

Dichiarazioni prefetto Guessarian.

“Le conferenze di servizi promosse dall’ANBSC nel 2018 hanno coinvolto il territorio nazionale dal nord al sud disegnando una mappa che è una doppia testimonianza – ha dichiarato Franca Guessarian, vicedirettore dell’Agenzia che oggi ha coordinato i lavori in Prefettura. Da una parte riflette un dato oggettivo: la criminalità organizzata ha ormai presenze consolidate su tutto il territorio nazionale. Dall’altra, testimonia l’incessante impegno dello Stato nella lotta contro le mafie. Le conferenze di servizio sono uno degli strumenti di una ben più ampia azione tesa a colpire le organizzazioni criminali non solo nei loro interessi economici. Garantire infatti nel pieno rispetto delle norme la restituzione dei beni all’uso sociale o istituzionale significa non solo togliere risorse al malaffare, ma anche rilanciare l’economia legale e i servizi ai cittadini: in breve, riaffermare la prevalenza della legge e delle istituzioni rispetto a qualunque azione deviante. Solo oggi tanto per citare fatti – ha proseguito il prefetto – abbiamo raggiunto un punto decisivo nel percorso di legalità che farà rientrare nel circolo virtuoso quasi 40 milioni di euro. È il risultato di un lavoro complesso che vede la sinergia e la costante collaborazione di tanti soggetti istituzionali, a cominciare dai sindaci, dai prefetti sul territorio, dai rappresentanti degli enti locali e dalle associazioni. Li ringrazio tutti. Per chiunque lavori in agenzia è di grande soddisfazione vedere commissariati o scuole o nuove risorse alloggiative dove prima regnava l’illegalità”.

Al termine dei lavori è intervenuta anche il prefetto di Napoli, Carmela Pagano, che ha dichiarato: “La giornata di oggi assume un significato particolarmente pregnante nel territorio della Città metropolitana di Napoli, dove la criminalità organizzata storicamente registra una presenza pervasiva nelle attività economiche e tenta di condizionare pesantemente la vita degli enti locali. L’operazione odierna rappresenta, quindi, un’indispensabile completamento dell’azione di contrasto alle organizzazioni criminali, cui partecipano con grande sinergia e collaborazione tutti gli apparati dello Stato, dalla magistratura alle forze dell’ordine, e cui sono chiamati a partecipare anche i comuni. I sindaci, infatti, con le destinazioni di oggi, danno il loro contributo alla restituzione alla collettività di beni accumulati con attività illecite, che hanno sottratto ricchezza ai loro territori, rendendo evidente ai cittadini e alle giovani generazioni l’importanza di riappropriarsi delle scelte di sviluppo della loro comunità”.

Nei territori della Città Metropolitana di Napoli sono 1.948 i beni immobili destinati dal 1992, dei quali 347 nel 2017. 158 sono invece le aziende destinate nello stesso periodo.

Redazione

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