Marcianise. Licenziamenti Jabil, Frattasi: “Comportamento inammissibile della multinazionale americana”

“Il Consiglio di amministrazione della Jabil Corporation, multinazionale americana del settore elettronico, ha deciso di non voler prorogare la cassa integrazione per i lavoratori del sito di Marcianise che non avevano accettato forme di ricollocazione in altre aziende, e di licenziare, a partire del 25 maggio prossimo, 190 dipendenti, nonostante, come è noto, i nuovi decreti emanati dal Governo in seguito all’emergenza Covid-19 impediscano alle aziende di procedere a licenziamenti collettivi e prevedano altre 9 settimane di Cig”. Lo dichiara Antonio Frattasi, Segretario Regionale PCI Campania, in una nota congiunta della segreteria provinciale del PCI Caserta.

http://www.larampa.it/2020/05/22/marcianise-jabil-avvia-licenziamento-collettivo-per-190-dipendenti/

“A giugno dello scorso anno la Jabil aveva annunciato 350 esuberi su circa 700 dipendenti; la situazione era, quindi, già allora molto grave ed allarmante. L’improvvisa emergenza Coronavirus ha sicuramente contribuito a render più problematici i termini della questione; ma si riteneva che la trattativa consentisse di salvare i posti di lavoro e di garantire ai lavoratori dignitose condizioni materiali di vita. Così non è stato, sebbene sussista l’obbligo, in virtù dei provvedimenti assunti dal Conte 2, di non ricorrere ad alcuna forma di licenziamento e di continuare ad applicare la Cig ancora per alcune settimane. La legge è stata, quindi, disattesa. I livelli di occupazione subiscono, in provincia di Caserta, dopo l’atto di arroganza della Jabil, un ulteriore e devastante attacco, al quale bisogna dare risposte concrete e decise. Gli effetti della pandemia, che hanno colpito l’apparato produttivo di tutto il Paese, stanno già provocando, in Campania e nel Mezzogiorno, conseguenze ancor più disastrose e nefaste che in ogni altra parte d’Italia, e certamente incideranno in maniera profonda sulla realtà sociale ed economica dei territori, rendendo più fosco e desolante l’intero contesto civile e culturale, già ampiamente caratterizzato da disoccupazione, emarginazione, nuove povertà. Occorre, quindi, una ferma azione e una mobilitazione dei sindacati-che hanno indetto uno sciopero di 8 ore- e delle forze della sinistra di opposizione al fine di ottenere dalla Regione Campania, e soprattutto, dal Ministero dello Sviluppo Economico, soluzioni che non mortifichino le capacità professionali dei lavoratori e che assicurino stipendi e salari. Quando è esplosa la crisi pandemica si è detto che nulla sarebbe stato come prima e che i problemi, compresi quelli del lavoro, sarebbero stati affrontati con animo diverso. Quello che è accaduto alla Jabil dimostra invece l’esatto contrario: le vecchie abitudini non scompaiono e chi paga il prezzo salato della crisi sono gli operai e le loro famiglie. Adesso basta! Il profitto non è un valore alla quale la società debba piegarsi! Il PCI è al fianco dei lavoratori della Jabil”.

Redazione

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