Aversa. ‘Logoro e triste zaino rosso’, Portaro replica ad Orabona

“Vorrei, da giovane che vive il territorio prima che da coordinatore della giovanile della lista cha ha sostenuto il Sindaco nel 2019, cogliere al balzo l’occasione datami dal signor Orabona per potermi esprimere in merito a quello che lui chiama con disprezzo “logoro e triste zaino rosso”. Poiché dalle parole del signor Orabona non ho letto ne di soluzioni né tantomeno di proposte per il miglioramento della città, allora parlerò partendo proprio dallo zainetto, cercando di dire la mia”. Così il Coordinatore di La Politica Che Serve giovani Antonio Portaro (sostenitore del Sindaco Alfonso Golia) in risposta alle dichiarazioni, critiche nei confronti del Sindaco, del portavoce di Forza Italia Seniores Isidoro Orabona.

“Quello zainetto rosso è un simbolo di forza, speranza, rinnovamento sociale, è stato ed è lo strumento per unire persone, idee, quartieri della città fino a qualche anno fa abbandonati a se stessi, che oggi conoscono finalmente la dignità grazie a finanziamenti di riqualificazione (vedi quello di oltre 7 milioni nella periferia nord), riaperture di aree verdi attrezzate per i bambini (vedi il Parco Balsamo), strumenti per un trasporto più Green ed ecologico finalmente a portata di mano (vedi il Biciplan che partirà dalla zona della ferrovia). Il colore della associazione che rappresento (La Politica Che Serve Giovani) è rosso proprio come quello zainetto, perché io come tanti ragazzi che oggi rappresentano “LPCS Giovani” posso dire di aver trovato in quello zainetto la rappresentazione più emblematica di una campagna elettorale fuori dagli schemi, fatta di volti, non solo di voti. È stato raccapricciante raccogliere istanze di persone nel degrado più totale, è stato difficile dover infondere ottimismo ai cittadini guardando le macerie (nel vero senso della parola) lasciate dall’incuria di pregresse amministrazioni che evidentemente avevano l’unico scopo di “restare attaccati alle loro poltrone” senza preoccuparsi un minimo di Aversa e della fine che stava facendo. Eppure noi l’abbiamo fatto, e la nostra forza è stato quello zainetto che ad un certo punto si è moltiplicato in mille, duemila, tredicimila zainetti che credevano e spero credano ancora che si può dare un colore diverso alle cose”.

“Io penso che critiche come quelle intentate dal Dott Orabona siano mosse dalla paura di non aver più argomenti politici, siano il simbolo più impuro del retaggio di un’esperienza logora di “seniores” che ormai non hanno più nulla da offrire a questa città, ammesso che abbiano mai avuto qualche idea che andasse oltre il proprio naso – sottolinea Portaro -. Vorrei sapere il Signor Orabona, dal basso dei miei 23 anni, cosa ha fatto per la città di Aversa, e se è consapevole del dissesto esistenziale e materiale in cui gravitava la città di Aversa, che dal comodo divano di casa propria non è possibile conoscere, e da cui, grazie al lavoro di “ragazzi” finalmente ci si sta lentamente riprendendo. Però vorrei che, anziché parlare di zainetti, ci concentrassimo sulle drammatiche realtà di un territorio in fase di guarigione, di una città che è per la prima volta riuscita ad esprimere una cura, un benefico rimedio ad una situazione pregressa insostenibile ove, forse soltanto una persona con uno zaino in spalla e tanta voglia di rimboccarsi le maniche poteva e potrà risolvere i problemi annosi di una parte importante di questa terra. Mancano 3 anni, 3 anni lunghissimi in cui Aversa ha l’opportunità di continuare sul percorso già tracciato del cambiamento”.

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