(VIDEO) Sportelli Inps dentro i Comuni, si parte: servizi più veloci

Niente bigliettino e tre ore in fila in ufficio, ma un consulente formato in diretta con te. La ‘rivoluzione’ annunciata oggi alle Fiere di Parma dall’Istituto nazionale di previdenza sociale, per accorciare le distanze con i cittadini imparando dalla lezione digitale della pandemia, sembra piacere già ai municipi italiani. In ballo c’è l’insediamento dei suoi sportelli dentro ai Comuni italiani: in ogni municipio italiano che lo vorrà, ci sarà infatti uno stand telematico dell’Istituto oppure una piccola sede fisica, con due funzionari al massimo, che lavoreranno alle pratiche dei cittadini velocizzandole.

Vai in Comune e trovi l’Inps. L’Istituto nazionale di previdenza sociale è pronto a trasferire i suoi sportelli dentro ai Comuni italiani, avvicinandoli più che mai al cittadino. In ogni municipio italiano che lo vorrà, ci sarà infatti uno stand telematico dell’Istituto oppure una piccola sede fisica, con due funzionari al massimo. L’obiettivo è anzitutto quello di accorciare le distanze spazio temporali con gli utenti, raccogliendo tutta la lezione digitale della pandemia, per andare incontro meglio alle loro esigenze. D’ora in poi, invece che prendere un biglietto e aspettare in un ufficio ore in fila, potranno semplicemente collegarsi via web con il ‘proprio’ funzionario’, o appunto parlargli de visu nel piccolo ufficio. Il tutto a beneficio in particolare di chi abita in montagna o nei piccoli centri, non da oggi sprovvisti di servizi. È il nuovo corso che lancia l’Istituto con un patto sancito oggi alle Fiere di Parma, che in questi giorni ospita l’assemblea nazionale dell’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni.

“I Comuni italiani apprezzeranno unanimi questa vostra iniziativa. Rappresentando in regione oltre 300 Comuni, come presidente regionale devo capire dove sperimentare queste progettazioni pilota che anticipino il processo. Lasciamo comunque all’Inps l’iniziativa formale: aspettiamo da loro un piano operativo, la nostra disponibilità c’è”. Lo certifica Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia e delegato Welfare e Politiche sociali dell’Anci, oltre che suo presidente emiliano-romagnolo, intervenendo oggi al convegno di Parma promosso dall’Istituto nazionale per cominciare a mettere in pratica il nuovo corso. Ma gli 8.000 Comuni d’Italia sono pronti? “C’è alle nostre spalle una lunga storia di collaborazione in Italia tra Comuni e Inps, perché tutti siamo consapevoli di dover lavorare insieme. Il progetto di consulenza tramite web meeting negli uffici Inps dentro ai Comuni è interessante”. Certo, conviene Vecchi, “i Comuni non sono tutti uguali: noi a Reggio abbiamo 170.000 persone e c’è una sede provinciale Inps che funziona bene e nei fatti già integrato. Prendiamo ad esempio il caso, tuttavia, di Villa Minozzo, un Comune reggiano a un’ora e mezzo dal capoluogo, con poche migliaia di abitanti: qui, davvero, ci potrà essere un salto di qualità con le nuove proposte dell’Inps”.

Per il primo cittadino e vertice Anci, in ogni caso, il solco in cui si deve muovere il piano operativo dell’Istituto nazionale è politico: “Siamo in fase di progressiva uscita dal Covid, confido, e quando ne usciremo avremo sviluppato un modo di lavorare tra enti che non sarà più quello di prima. Ci sono momenti storici in cui si centralizza e altri in cui si inverte la rotta, portando servizi e risposte nelle case dei cittadini. È in un contesto del genere- puntualizza Vecchi- che trova vita l’accordo nuovo Inps-Comuni”.

(Lud/ Dire)

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