(VIDEO) Covid, mascherine, green pass: intervista al prof. Ricciardi

“La pandemia è stata gestita molto bene bella prima fase, cioè quando l’Italia coraggiosamente ha scelto di fare, come primo Paese democratico, il lockdown. Poi ci sono state un po’ di defaillance nella seconda e terza ondata, perché si è scelto di non fare il lockdown.  Il lockdown è una misura estrema molto impopolare- ha aggiunto Ricciardi– non c’è stato la forza di farlo, mi riferisco all’ottobre del 2020 e al febbraio del 2021. In quella fase l’abbiamo pagata cara”. Così il professor Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica di Roma e consigliere scientifico del ministro della Salute, interpellato in merito alle eventuali mancanze nella gestione dell’emergenza sanitaria, nel corso di una intervista video rilasciata alla Dire.

“I numeri rispecchiano la reale situazione e nel caso di una malattia infettiva sono comunque sempre sottostimati. Quelli che vengono notificati formalmente sono probabilmente la metà o addirittura un terzo di quelli reali, quindi quando diciamo che ci sono 10mila casi significa che nel Paese reale ci sono almeno 20mila, forse 30mila casi. E così come il numero dei morti, probabilmente è superiore e non inferiore. Non ha senso quella distinzione tra ‘con Coronavirus’ o ‘per Coronavirus’, ormai lo stiamo dicendo da anni – è la sottolineatura del professor Ricciardi in merito all’esattezza dei numeri relativi a ospedalizzazioni e decessi per Covid -. La cosa importante è che quando si presenta un paziente infetto in un ospedale deve essere gestito attentamente, sia per la sua patologia da Coronavirus sia per le patologie che ha concomitanti. È un problema assistenziale enorme questo, che mette a dura prova il servizio sanitario, che peraltro è già sotto dotato, quindi dobbiamo essere molto attenti. Le dimensioni sono importanti, siamo ancora in una pandemia e cerchiamo di gestirla come tale”. Ma come mai c’è ancora un numero così alto di morti allora? “C’è una combinazione di eventi- ha risposto ancora Ricciardi alla Dire- noi siamo un Paese vecchio e dal punto di vista demografico abbiamo una percentuale altissima di persone anziane; inoltre le nostre persone anziane sono fragili, è noto che gli italiani vivono molto ma passano parte consistente dell’ultima parte della loro vita in condizioni di cattiva salute. Infine vengono curate da un servizio ampiamente insufficiente dal punto di vista della quantità, basti pensare agli infermieri: ce ne mancano 53mila per pareggiare i conti con la Germania. È chiaro che quando un anziano va in ospedale e ha un infermiere di notte che vede 20,30 o 40 letti la qualità di assistenza di quell’infermiere non può essere la stessa di come se ce ne fossero dieci”.

“Siamo sicuramente in un periodo di netto miglioramento che io credo proseguirà per la primavera e l’estate, quindi forse dall’emergenza, intesa come quella che abbiamo passato negli scorsi due anni, ci stiamo avviando ad uscirne. Non siamo però usciti dalla pandemia- ha proseguito Ricciardi– che è pienamente in tutto il mondo e abbiamo una serie di problemi gravi in molti Paesi. Quindi dobbiamo stare attenti, non dobbiamo abbassare la guardia e dobbiamo continuare a vigilare e ad adottare le misure che sono sostanzialmente due: vaccinazione e Green pass”.

“Noi ci troviamo in questa condizione perché abbiamo avuto un’ottima campagna vaccinale, ci sono moltissime persone vaccinate che anche se entrassero in contatto con il virus lo supererebbero agevolmente avendo, eventualmente, nel peggiore dei casi, una malattia blanda. Il problema è quanto dura questa immunità, cioè quanto questa possa essere sopravanzata da eventuali varianti. Questi sono i dubbi”.

“Come si farà a convincere di nuovo le persone a vaccinarsi? Va spiegato loro che questa vaccinazione è salvavita, soprattutto in alcune fasce d’età. Oggi vediamo una netta differenza, cioè quelli che muoiono e vanno in ospedale sono non vaccinati e hanno delle conseguenze soprattutto se hanno fattori di rischio come sovrappeso, obesità, diabete, patologie pregresse. Quindi per loro è salvavita. Per gli altri è preventiva, così come lo è per i bambini, perché purtroppo stiamo vedendo che vengono interessati e che il 10% di loro va incontro al long Covid, cioè ad una sindrome lunga, che li spossa e ne compromette la funzionalità. Insomma è una malattia seria, un virus brutto, per cui non può essere trattato come un virus banale, cosa che non è”.

“Ho i miei dubbi, perché di fatto questa non è un’influenza, dell’influenza ha soltanto le modalità di trasmissione ma è molto più contagiosa e più grave, determina tutta una serie di sequele, non c’è la ‘long-influenza’, mentre invece c’è il long Covid, non ci sono comunque tassi di letalità così alti, non ci sono così tanti morti al giorno. E’ un quadro sostanzialmente diverso. Certo che diventerà endemico, nel senso che in qualche in modo starà qui con noi per molto tempo- ha proseguito Ricciardi– ma l’endemia deve essere bassa, cioè ristretta a pochi numeri e questo lo possiamo fare solo se abbiamo la copertura vaccinale e poi ripristiniamo il sistema di testing e tracciamento. Noi questo per l’influenza non lo facciamo, la lasciamo correre e vacciniamo soltanto le persone più a rischio. Credo che questa sia una strategia fattibile per un virus- ha concluso- che è profondamente diverso dall’influenza”.

“Rispetto agli anni scorsi, quando eravamo certi che (i virus) sarebbero tornati, quest’anno abbiamo la grande copertura vaccinale, però quanto dura lo dobbiamo verificare. Questo sempre nella speranza che non ci siano varianti che bypassano i vaccini, ma speriamo di no. Una nuova ondata in autunno è difficile prevedere se e come possa essere. Però di fatto- ha spiegato Ricciardi– ci deve in qualche modo preoccupare, perché la nostra situazione di positività dipende dalla vaccinazione e quella contro i coronavirus non è probabilmente permanente. È probabile che pian piano che il tempo passa questa protezione si attenuerà e potrebbe farlo proprio in autunno e in inverno, quando ci troveremo alle prese con fattori di rischio come il ritorno di tutti i virus respiratori e il fatto che il freddo ci conduce a stare al chiuso, quindi gli uni vicini agli altri. E’ un’incognita- ha concluso- in questo momento non lo sappiamo”.

“Nel momento in cui si abbassano i casi è possibile anche eventualmente aumentare il riempimento, purché però tutte le persone all’interno dello stadio siano immuni, cioè siano o guarite o vaccinate – così il professor Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica di Roma e consigliere scientifico del ministro della Salute, sulle eventuali nuovi misure che il governo potrebbero adottare per l’accesso agli stadi – “Per ora c’è la conferma delle misure attuali cioè in questi luoghi di affollamento si può entrare con il Super Green pass, quindi con condizioni certe di immunità, o perché si è vaccinati o si è guariti. E ovviamente con i comportamenti saggi delle mascherine e del cercare di stare per quanto possibile distanziati”. Ma che tipi di controlli ci saranno? “Credo che ci saranno dei controlli individuali, nel senso che per garantire questo status quo è chiaro che bisogna fare dei controlli rigidi. Lo stadio- ha risposto Ricciardi alla Dire- è sicuramente un ambiente in cui ci si assembra, però con determinate condizioni può diventare un ambiente in cui entrano soltanto le persone che hanno un rischio estremamente ridotto, quindi è un rischio calcolato”.

“Penso che con le mascherine dovremo convincerci ancora a lungo. Ora c’è l’attenuazione della misura all’aperto, però soltanto quando non ci sono assembramenti, altrimenti quando ci sono la mascherina va indossata. È una misura conforme all’attuale scenario epidemiologico, quindi una stagione che sta migliorando, persone che sono vaccinate e persone che sono prudenti. Però- ha proseguito Ricciardi– nel momento in cui si va all’interno di locali chiusi, perché siamo ancora di fronte a decine di migliaia di casi al giorno e una contagiosità enorme da parte di Omicron, è necessario continuare a portare le mascherine per un periodo prolungato”. Ma secondo lei le indosseremo al chiuso ancora per tutto il 2022? “Io penso di sì”.

“Di fatto vaccinazione e Green pass sono le condizioni per il ritorno alla normalità, sono i due requisiti su cui in qualche modo si fonda la libertà di muoversi e di fare praticamente tutto. Se vengono tolti questi due strumenti, cioè se la protezione vaccinale scema o non c’è e se il Green pass viene tolto- ha proseguito- è chiaro che (i contagi) risalgono, perché questo non è un virus estinto né esaurito, anzi è contagiosissimo. Quindi spero che non si ripeta, per la terza volta consecutiva, quello che è successo negli anni scorsi. Sarebbe un ‘anno della Marmotta’, cioè ricominciamo tutto da capo perché non si è capito che il virus non sparisce da solo”. Il virus, secondo il consigliere del ministro, “può essere controllato e vaccino e Green pass, oltre che i comportamenti, sono gli strumenti per controllarlo e per essere liberi”. Ma quando si potrà essere davvero liberi come prima? “Liberi come eravamo prima, cioè senza mascherine e abbracciandoci con l’uno con l’altro, finché c’è la circolazione del virus non si può essere- ha concluso Ricciardi– e non perché c’è uno Stato cattivo che non lo vuole, ma perché c’è un virus molto pericoloso”.

“La situazione è in miglioramento e credo che continuerà a migliorare, penso che avremo un febbraio migliore e un marzo probabilmente con la curva appiattita, quindi arriveremo alla fine di marzo probabilmente con un numero di casi relativamente ridotto. A quel punto il governo si dovrà chiedere ‘posso gestire questa situazione con gli strumenti di ordinaria amministrazione?’, probabilmente sì, però bisognerà vedere al momento la situazione epidemiologica che si presenterà”. Ha risposto così il professor Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica di Roma e consigliere scientifico del ministro della Salute, sull’orientamento del governo in merito allo stato di emergenza, la cui scadenza è fissata al prossimo 31 marzo.

“Credo sia importante continuare a presidiare questa strada del vaccino e del Green pass per un tempo più prolungato – così affermato dal professor Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica di Roma e consigliere scientifico del ministro della Salute, in merito alle parole pronunciate oggi dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, secondo cui già nel mese di marzo si potrebbe prevedere un allentamento graduale del Green pass -. Credo che si debbano prendere decisioni esclusivamente in base alla situazione epidemiologica. Questo non è un virus dell’influenza- ha proseguito Ricciardi– ma un virus molto grave e quindi le misure devono essere prese in funzione della sua circolazione”. Ma con la fine dello stato emergenza, previsto per il 31 marzo, il certificato verde rimarrà in vigore o pensa che il suo compito sia stato ormai assolto? “Non penso affatto che il compito del Green pass sia stato assolto, nel momento in cui c’è una circolazione del virus così intensa- ha risposto ancora Ricciardi alla Dire- Credo invece che la vaccinazione e il Green pass siano due parametri fondamentali per la normalità, noi possiamo fare praticamente tutto se siamo coperti dal vaccino e se entriamo in degli ambienti sicuri. Questo naturalmente durerà, io spero, fino a quando circolerà il virus. Nel momento in cui il virus sarà ridotto ai minimi termini- ha concluso- allora si potrà pensare ad attenuare questa misura che ora invece è così fondamentale”.

(Cds/Dire)

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