Addio a Carlo Palmese, l’amico di tutti

C’è un aneddoto che più di ogni altro restituisce la cifra esatta della parabola terrena di Carlo Palmese, per tutti il ‘Catango’, arresosi ieri al male bastardo che lo aveva aggredito e che negli ultimi giorni stava sferzando forte.

Il fatto accadde qualche anno fa in un nosocomio napoletano dove Carlo era stato costretto ad un pit stop per curarsi da un po’ di acciacchi. Un amico di famiglia che era andato a fargli visita pensò bene di parlare con uno dei medici del reparto in cui era ricoverato per sincerarsi sulle sue condizioni di salute.

“È iperattivo, con svariati interessi, freme per essere dimesso. Non sapevo si occupasse anche di politica”. Fu questa la riflessione del medico dopo aver precisato la situazione più propriamente sanitaria. Aveva ragione quel dottore. Carlo era esattamente così, un vulcano sempre in attività.

Dalla caccia alla pesca, al calcio, vissuto nella doppia veste di irriducibile tifoso bianconero e di presidente di improvvisate squadre per il calcio a cinque, al buon cibo, alla politica, e ovviamente alla vigile attenzione verso l’andamento dell’azienda agricola di famiglia: il campo dei suoi interessi era davvero ampio.

Un orizzonte sterminato, nel quale si aggirava come una trottola inesauribile, che certo non passava inosservata, e che non di rado poteva mostrare qualche spigolatura discretamente urticante. Passioni forti, vissute tutte con intensità, ed alimentate dal medesimo, potentissimo doppio motore: quello dell’amicizia e dell’ amore per la vita.

Lo possono confermare le centinaia di persone che negli anni hanno avuto modo di fare tappa a casa sua. Invitati a deliziarsi il palato prendendo parte ad una delle tante cene preparate con la proverbiale generosità e maestria da mamma Zietta.

Magari in concomitanza di una partita di cartello dell’amata Juventus (questo però era un privilegio riservato ai soli Gobbi), quando Carlo e Antonio (il fratello gemello) erano capaci di trasformare il salottino attiguo alla cucina in un covo periferico per esagitati tifosi della Juve: TV ad alto volume, cori da stadio, amuleti, scongiuri ed imprecazioni.

Una volta ad un monaco francescano, anch’egli juventino verace, e presente alla visione di una gara che vedeva la Vecchia Signora soccombere fu chiesto di intervenire per intercedere con i piani alti!

In un’altra occasione, invece, fu festeggiata una vittoria di Madama con l’uso di fumogeni in dotazione alle navi da guerra della Marina militare: chissà dove li avessero rimediati.

Carlo però non si lasciava risucchiare mai dalla spirale dell’odio e il tifo vissuto con trasporto così pronunciato non prevaleva mai sull’amicizia e la giovialità d’approccio senza riserve. Ecco perché lo si poté vedere compiaciuto di posare per una foto opportunity persino con Gigio Moratti, figlio del patron dell’Inter, acerrima rivale della Juve, a margine di un banchetto nuziale a cui erano entrambi presenti.
E così era anche per la politica. Che Carlo concepiva come militanza partecipe con un presenzialismo ai grandi eventi di partito davvero irreprensibile, e con un entusiasmo contagioso.

Non è un caso che stamattina a tributargli l’ultimo saluto sia giunto anche il Senatore Gennaro Coronella, che per anni fu presidente provinciale della Federazione della ex Alleanza Nazionale. Ma sono stati tanti i politici che si sono ritrovati spesso nella masseria di via San Biagio: sindaci, consiglieri regionali, parlamentari, ministri. Quando il Paradiso chiama, i comuni mortali non possono non rispondere.

Carlo è rimasto aggrappato alla vita con forza leonina, ma poi ha dovuto cedere, perché lassù non hanno voluto attendere, vogliosi com’erano di arruolare un nuovo angelo: bianconero, s’intende. Un’intera comunità – quella di Carinola – oggi piange la dipartita di Carlo, si stringe affranta alla sua famiglia e affoga nel ricordo di una aneddotica vasta, eredità preziosa che solo un persona speciale poteva lasciare.

In tanti stanno rievocando sui social le sue battute più frequenti, gli intercalari più usati, i momenti di gioia vissuti insieme.

E tutti sono convinti che in Paradiso da qualche ora c’è un gran casino. Immaginiamo la parola d’ordine, presa a prestito da una celebre song di Raffaella Carrà: Rumore!

Ciao Carlo, ti sappiamo felice e rumorosamente in pace. Siamo certi di due cose: noi non ti dimenticheremo, tu farai altrettanto.

E stasera c’è la Juve…occhio!

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Redazione

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