Giustizia, AIGA: “ANM persegua effettiva separazione poteri”

“L’ennesimo scontro in atto in questi giorni tra governo e la magistratura ripropone nuovamente il conflitto tra due dei tre poteri che, secondo il tradizionale modello elaborato da Montesquieu, caratterizzano la sovranità dello Stato: quello esecutivo e quello giudiziario. Il documento dell’ANM, Associazione Nazionale Magistrati, dello scorso 8 luglio, del tutto condivisibile nelle premesse ove afferma la centralità del principio di separazione dei suddetti poteri dello Stato – principio da sempre condiviso dall’avvocatura tutta – pare non tenere conto di una realtà ben diversa da quella auspicata dall’ANM”.

Così in un documento la Giunta Nazionale dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati, AIGA, che rileva: “Tralasciando ogni valutazione delle vicende specifiche, che confidiamo possano essere rapidamente definite nel pieno rispetto di tutti i diritti degli indagati e degli imputati, il documento dell’ANM pare non avvedersi della situazione di evidente squilibrio tra quegli stessi poteri dello Stato che da anni è fonte di ampio dibattito nel nostro Paese”.

Il Ministero della Giustizia, sottolinea AIGA “è di fatto “governato” da magistrati. Il capo di gabinetto, il vice capo di gabinetto, il capo dell’ufficio legislativo, il vice capo dell’ufficio legislativo, tutti i capi dipartimento, 17 componenti dell’ufficio legislativo, una ventina di ispettori, oltre 60 funzionari amministrativi sono tutti magistrati fuori ruolo. Sono 105 secondo i dati del Consiglio Superiore della Magistratura i magistrati fuori ruolo che sono applicati con funzionali apicali e non al Ministero della Giustizia”.

“Ebbene dobbiamo porci una domanda – concludono i giovani avvocati – Vi può essere una concreta separazione tra poteri dello Stato se all’interno del Ministero della Giustizia vi sono quasi unicamente magistrati? Possono, un ministro, un viceministro e due sottosegretari, esercitare pienamente quel potere esecutivo che dovrebbero amministrare?

A questa domanda vorremmo che l’ANM rispondesse. Siamo alle soglie dell’emanazione dei decreti attuativi alla riforma dell’ordinamento giudiziario e ci sono tutte le condizioni e gli strumenti per separare concretamente il potere giudiziario da quello esecutivo. Non possiamo esimerci dall’utilizzarli. ANM sostenga la proposta AIGA per una significativa riduzione dei fuori ruolo all’interno del Ministero della Giustizia”.

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Redazione

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