L’enigma della stagflazione in Europa: uno sguardo approfondito all’allarme recessione

Esplorare le sfide economiche che la zona euro deve affrontare tra il rallentamento dell’inflazione e la recessione incombente. Comprendete le dinamiche di politica fiscale e monetaria in gioco e il loro confronto con lo scenario economico statunitense, mentre l’Europa si avvia verso un futuro finanziario precario

La BCE al bivio: L’inflazione rallenta, i titoli italiani restano fermi, crescono i timori di recessione nell’Eurozona

L’Europa sta affrontando una situazione difficile. Mentre l’inflazione si raffredda, una recessione bussa alla porta. La recessione si avvicina nell’area dell’euro. I dati recenti mostrano che lo slancio dell’economia si è affievolito, con una contrazione dello 0,1% negli ultimi tre mesi.

La maggior parte dei Paesi del blocco si muove a malapena e anche la Germania, il principale motore della crescita, si sta riducendo. Quella che era considerata una buona notizia, il rallentamento dell’inflazione, ora evidenzia solo la velocità con cui le cose stanno andando a rotoli. È giunto il momento di far sì che le politiche fiscali e monetarie lavorino meglio insieme, come hanno fatto durante la pandemia, o potrebbero perdere il loro impatto.

Per gli investitori che guardano a questo scenario, capire come muoversi sui mercati finanziari diventa fondamentale. Questo porta alla luce l’importanza di sapere come scegliere una strategia di trading in linea con le attuali condizioni economiche.

L’inflazione fa una pausa, la crescita incontra un muro

La Banca centrale europea (BCE) deve ammettere che i giorni di rialzo dei tassi di interesse sono finiti. L’inflazione è scesa ai minimi dalla crisi russo-ucraina, grazie al calo dei prezzi dell’energia. In ottobre, i prezzi al consumo sono aumentati solo del 2,9%, rispetto al 4,3% di settembre. Anche se “più alto più a lungo” sembra essere uno slogan delle banche centrali mondiali, la BCE potrebbe presto rendersi conto che l’aumento del tasso di deposito al 4% a settembre è stato un po’ troppo. Sebbene la parte inflazionistica della stagflazione sia stata gestita, la stasi economica è ancora preoccupante.

Fonte Bloomberg a Nov, 2023

Ciononostante, il Consiglio direttivo non è pronto a discutere la riduzione dei costi di finanziamento, dato che l’inflazione di base è ancora ben al di sopra dell’obiettivo del 2% della BCE. Tuttavia, i mercati monetari scommettono già su un taglio dei tassi a partire da aprile dell’anno prossimo, prevedendo altri due piccoli tagli entro questo periodo dell’anno, il doppio di quanto previsto solo due settimane fa. Se l’economia continuerà a rallentare, potrebbero emergere aspettative di tagli dei tassi più consistenti.

Un divario nelle aspettative di taglio dei tassi

I risultati del terzo trimestre rivelano una grande differenza tra le società dell’area dell’euro e quelle statunitensi. Il 57% delle società dell’Euro Stoxx 600 ha battuto le stime, anche se gli utili per azione sono scesi dell’8% su base annua, secondo JP Morgan Chase & Co. Questo dato è in contrasto con l’S&P 500, dove il 78% delle società ha battuto le aspettative e gli utili medi per azione sono aumentati del 12%. Dopo la pandemia, l’economia statunitense ha superato quella dell’area dell’euro e il divario è aumentato nell’ultimo trimestre.

La stretta monetaria comincia a fare effetto. “La politica restrittiva sta mostrando i suoi effetti”, ha ammesso il capo della Bundesbank Joachim Nagel, dopo l’ultima decisione di mantenere i tassi fermi. Il vicepresidente Luis de Guindos ha sottolineato che “i rischi per la crescita sono orientati al ribasso”, osservando che il rallentamento potrebbe peggiorare se la stretta della banca centrale si rivelasse più forte del previsto.

La realtà è che, dopo otto anni di politiche di tassi negativi, un improvviso inasprimento di 450 punti base in poco più di un anno sta provocando scosse in tutta l’area dell’euro. Inoltre, non si tratta solo di un aumento dei tassi ufficiali. Il bilancio della BCE si è ridotto del 20%, pari a quasi 7.000 miliardi di euro, in meno di un anno. Ha anche ridotto i generosi prestiti alle banche commerciali e ha smesso di pagare gli interessi sulle riserve che le banche devono tenere presso di sé.

Il debito italiano, anello debole della regione, ha resistito all’aumento dei rendimenti obbligazionari, con un costo del prestito decennale stabile a circa 200 punti base sopra i bund tedeschi. Ma accelerare la vendita delle obbligazioni della BCE sembra una mossa rischiosa.

Le banche dell’Eurozona stringono i cordoni della borsa

Gli economisti della Deutsche Bank AG prevedono che l’economia tedesca, la più grande della regione, si ridurrà dello 0,5% quest’anno. Anche se la crescita del terzo trimestre non è stata così negativa come si temeva, il Fondo Monetario Internazionale prevede che la Germania sarà la più debole delle principali economie quest’anno. La produzione tedesca ha toccato il minimo di 38,8, segnalando una profonda recessione.

L’aspetto più preoccupante è la rapidità con cui l’economia francese sta rallentando. Il dato manifatturiero si è attestato a 42,6, in calo rispetto al 57,2 di soli 18 mesi fa. Una piccola crescita dello 0,1% nel terzo trimestre, trainata dalla spesa delle famiglie, la lascia ancora molto indietro rispetto al ritmo stabilito all’inizio dell’anno.

Pensieri finali

In poche parole, la strada verso la ripresa economica per l’area dell’euro sembra accidentata, con diversi ostacoli da superare. La necessità del momento è una risposta ben coordinata di politica fiscale e monetaria per attraversare il labirinto della stagflazione e riportare l’economia sui binari della crescita. Senza interventi efficaci, è probabile che il divario economico tra l’area dell’euro e le altre principali economie, come gli Stati Uniti, si allarghi ulteriormente, lasciando le azioni europee sottovalutate e la regione in una prolungata fase di stasi economica.

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