Rapina all’Unicredit: fermato un 52enne

La minuziosa attività di indagine condotta dalla Squadra Mobile sotto la direzione del Pubblico Ministero, tuttora in corso e finalizzata all’individuazione di altri complici, ha permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico di un 52enne residente a Sant’Antimo (NA), con precedenti penali in materia di reati contro il patrimonio, gravemente indiziato del delitto di concorso nella rapina pluriaggravata commessa il 21 luglio 2023 alla sede dell’UniCredit di Viale Corassori a Modena.

Per l’uomo è scattata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Modena, su richiesta della Procura della Repubblica ed eseguita dalla Polizia di Stato.

Decisiva è stata l’immediata analisi delle immagini riprese dalle telecamere comunali dei transiti cittadini e di quelli di un limitrofo centro commerciale.

In particolare, dopo l’arresto di due degli uomini gravemente indiziati della commissione della suddetta rapina – uno in flagranza di reato, l’altro a seguito di ordinanza di custodia cautelare eseguita il 26 agosto 2023 – sono state sviluppate ulteriori attività d’indagine che si sono concentrate sull’autovettura, parcheggiata nel retro dell’istituto di credito, utilizzata dai rapinatori per raggiungere il luogo del delitto e sul materiale rinvenuto all’interno della stessa.

Determinanti sono stati i rilievi tecnici effettuati dalla Polizia Scientifica, che hanno permesso di recuperare frammenti papillari riferibili all’indagato sulla maniglia di detta autovettura, tracce di DNA su una bottiglia presente all’interno dell’abitacolo e altre impronte papillari sopra entrambi i biglietti autostradali, recuperati grazie all’analisi dei varchi autostradali che hanno consentito di ricostruire il percorso dell’auto impiegata dai rapinatori per raggiungere la città di Modena.

Nel corso dell’esecuzione della misura cautelare, svolta dalla Squadra Mobile di Modena, con la collaborazione di personale del Commissariato di P.S. di Frattamaggiore (NA), sono stati sequestrati dei dispositivi cellulari e delle schede telefoniche.

L’indagato è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Poggioreale a Napoli in attesa dell’interrogatorio.

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