Nonostante le gelate primaverili il 2021 è stato un anno record per i vini di Borgogna
Nel 2021 la Borgogna ha stabilito un nuovo record storico per quanto riguarda le esportazioni di vino, con vendite in aumento del 28% rispetto al 2020. Questa eccellente progressione è stata accolta con entusiasmo dal settore, che tuttavia nutre ancora delle riserve per via della vendemmia 2021 in cui si sono registrate rese particolarmente basse.
Per la prima volta nella storia del settore vinicolo della Borgogna nel 2021 si è registrato un fatturato record di 1,3 miliardi di euro, in crescita del 28% rispetto al 2020. Risultati che superano di gran lunga quelli di prima della crisi e cancellano definitivamente l’effetto Covid poiché, rispetto al 2019, le vendite all’estero hanno registrato una crescita del 27%. Ma questa mania per la Borgogna non è nuova. In meno di dieci anni i vini della Borgogna hanno praticamente raddoppiato il loro fatturato, a dimostrazione del dinamismo commerciale delle case vinicole della regione, e di come i prezzi di questi vini stiano salendo sempre più in su.
A contribuire all’aumento delle esportazioni di vini della Borgogna ci pensa anche l’e-commerce, con un aumento del 20% del giro d’affari che passa attraverso questo canale che ormai rappresenta circa il 10% delle vendite di vino francese. Dalle nostre parti i grandi vini di Borgogna come Batard Montrachet Grand Cru Gagnard Delagrange e Pommard 1er Cru Les Domaine Thomas Bouley sono facilmente accessibili grazie all’enoteca online Svino.it che possiede una variegata collezione di oltre 250 etichette.
Secondo i dati della Federazione Commercianti della Grande Borgogna (FNEB) le esportazioni sono in aumento verso tutte le principali aree geografiche, e in particolare verso gli Stati Uniti, dove è stato registrato un incremento del 45%. Un aumento complessivo che si spiega con una combinazione di fattori secondo Albéric Bichot, presidente della FNEB: “Le ragioni di questi buoni risultati commerciali sono diverse: la revoca delle restrizioni legate alla pandemia e il ritorno dei clienti nei bar-hotel-ristoranti, la sospensione del conflitto commerciale tra Europa e Stati Uniti, la revoca dei dazi doganali e, non da meno, il fascino sempre crescente dei vini della Borgogna, che sono l’incarnazione di maggior successo della viticoltura legata al terroir”.
Le aziende vinicole della Borgogna, tuttavia, vanno caute con l’entusiasmo a causa della scarsa vendemmia del 2021, annata duramente colpita dalle gelate della scorsa primavera, e per via di un livello di scorte sempre più basso. Ben consapevoli che l’attività commerciale sarà più tranquilla nel 2022, le cantine sono già entrate in una logica di gestione dello stock, il che porterà un conseguente aumento dei prezzi dei vini Borgogna a livello mondiale. Le perdite di raccolto dovute alle gelate tardive a cavallo della Pasqua 2021 sono comprese tra il 30 e il 50%, e raggiungono anche il 70% e l’80% per i vini bianchi della Côte de Beaune, mentre si aggirano attorno al 50% per le uve alla base dei vini Chablis e Mâconnais.
Il settore intanto si interroga anche sul profilo dei consumatori di vino del futuro: come raggiungerli, quali vini vogliono degustare, a quale prezzo, sono alcune delle domande che si è posta un’indagine promossa dall’ente viticoltori di Borgogna. Ciò che emerge è che i consumatori sono attratti in particolare dagli eventi legati al vino, amano partecipare a giornate aperte presso le cantine, degustazioni con enologi, mostre o fiere del vino, nonché scoprire la vigna attraverso soggiorni enoturistici, un settore in forte espansione. Per i criteri di selezione presi in considerazione al momento dell’acquisto i due fattori decisivi sono, da un lato, il prezzo e, dall’altro, l’origine del vino, ed in questo la Borgogna è una scelta prediletta, dato che da sempre i vignaioli di questa regione hanno puntato tutto sul proprio particolare terroir che dà vita a vini unici.
